IMPR..esso nella memoria!




Quando si è parlato di luoghi della memoria, mi è subito affiorato in mente il luogo che mi ha vista crescere
e di cui in fondo sarò sempre nostalgica e a cui sempre apparterrò, 
nonostante le problematiche ed asperità che porta con sé. 
Lo scenario è quello di una “montagna” incastonata tra due mari, la Sila.
Cuore verde della Calabria.  
Piante, alberi, fiori e animali da perderci la testa. 
E’ un pò un’immersione in una realtà selvaggia.
Avviene un contatto spontaneo con la natura.  
E poi l’altimetria…sempre differente. 
Non ci si annoia mai, ogni angolazione regala sensazioni differenti. 
Quegli scorci belli che mi fanno capire che non bisogna andare cosi lontano per vedere la bellezza. 
Basta raccoglierla laddove pochi la notano, laddove i particolari non fanno altro che ricordarmela. 

Ma veniamo a noi, cercherò di farvi percorrere un itinerario nella perla della Sila, Lorica. 

Una Domenica di fine agosto, come da abitudine, decido di trascorrere la giornata giù al lago Arvo. 
Ah quel lago, per me rappresenta la storia dei tramonti che non tramontano mai. 
La strada per arrivare a destinazione, come ben si può immaginare, 
trovandosi in alta montagna, non è per nulla lineare. 
Una serie di tornanti fa pensare di muoversi tra le curve dipinte dal Kandinsky e 
per quanto può non rallegrarsene lo stomaco, sicuramente gli occhi gioiscono davanti agli scorci che si aprono sulle acque dell’Arvo, che forse definirei “squarci” - un pò alla Lucio Fontana. 
Si, delle aperture naturali nella fitta vegetazione. 
Continuando a costeggiare il lago ci si imbatte nella diga di ben 280 metri in argilla battuta 
- mi pare di aver sentito sia la più lunga d’Europa - e penso…
Ciò che guardano i miei occhi oggi, un tempo lo vedeva Umberto di Savoia, proprio lui inaugurò la diga.
Proseguendo si passa per una contrada, per lo più abitata da pastori ed agricoltori. 
Allora inizio già a percepire quegli odori che mi riportano a quando ero bambina, quei sapori che non sono altro che uno strumento della memoria. 
Il profumo prepotente della mia terra che apre la strada ai ricordi.  
L’odore intenso dei funghi e della salsiccia, il rosso acceso delle fragoline di bosco. 
Lasciamo alle spalle la maestosità dei pini che ci hanno accompagnato lungo il tragitto, 
per giungere finalmente ai piedi del Lago. 
Ora che è estate, è vivo, brulica di persone. 
- In inverno c’è meno gente, forse ha “timore” per la neve, che invece regala uno scenario spettacolare, 
il lago diventa un’enorme pista di pattinaggio . - 
Alcune salgono sul battello dove viene raccontata la storia del luogo, altre vanno in canoa, 
altri ancora fanno una romantica passeggiata a cavallo e poi ci sono i “temerari” che si inerpicano
 sulle montagne che abbracciano il lago con la loro mountain-bike. Alcuni sono visitatori di passaggio, 
altri residenti e quando mi fermo a chiacchierare con loro mi viene in mente una parola: “coraggio”. 
Leggo nei loro occhi quella voglia di rivalsa, loro che hanno continuato a credere nelle potenzialità 
del proprio territorio, che non si sono arresi. 
Lorica è natura, tranquillità, libertà, freddo ma anche calore - quello del vino forse. 
Mi siedo in riva al lago ed è subito pace, non sento neppure più il vociare delle persone. 
Un luogo cristallizzato in cui il tempo è strappato via con delicatezza e scivola via senza che me ne accorga. 
Mi lascio sedurre dall’acqua di un colore smeraldo che si increspa e crea un “dinamismo” inaspettato davanti alla totale quiete che regala questo posto. 
Dalla sinuosità delle montagne, che fanno da cornice prospettica e si contrappongono per forma alla “linea parallela” del lago e per colore non solo a quest’ultimo ma anche al cielo. 
C’è il prato verde sul quale sono seduta, la terra battuta in prossimità della riva, 
le pietre in granito qua e là, lo stesso granito che, rigorosamente, 
insieme al legno crea la struttura delle deliziose villette che affacciano sul lago. 

Una serie di immagini scorrono una dopo l’altra e penso… in fondo la nostalgia è un privilegio. 

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